L’ALIMENTAZIONE DELL’ALTA MURGIA NELLE “CONDOTTE” DEL CODICE EBRAICO TALMUD

da | 10 Apr 2017 | Uncategorized

Giovanni Mercadante:
Nelle “Condotte” le regole dell’alimentazione per le comunità ebraiche spalmate nelle regioni meridionali in età medievale.
Grande interesse ha suscitato il convegno sulla storia dell’alimentazione dell’Alta Murgia organizzato  dai Presidenti dell’ Archeoclub, Angelo Rubino; e dal Club Unesco prof. Luigi Viscanti, in collaborazione con la Soprintendenza archivistica e bibliografica di Puglia e Basilicata.
L’evento si è tenuto  il 10 febbraio 2017 nei Luoghi di Pitti ad Altamura, da cui è emerso uno studio prezioso per il nostro territorio teso a sviluppare le sinergie come linfa vitale delle eccellenze agroalimentari ed enogastronomiche.

Lo scopo è  di  recuperare il senso di appartenenza attraverso il  cibo che identifica in modo univoco il territorio e la comunità. Il Sud Italia è stato terra di conquista da parte di pionieri greci, ovvero dal III-IV secolo a.C. per giungere ai Normanni, agli Svevi, agli Angioini, fino al 1500 con l’esodo degli ebrei dal suolo spagnolo nel 1500 dopo la Riconquista.
E’ in questo contesto storico che si è concentrata  la ricerca della dott.ssa Micaela Procaccia studiando documenti degli archivi di Stato, dalla cui analisi è venuta alla luce una forte presenza di ebrei  spalmatasi nel 1510  in  molte regioni meridionali.

Anche Altamura e altri paesi limitrofi dell’area murgiana erano stati toccati da questo fenomeno, con una maggiore concentrazione a   Venosa in Basilicata, dove nel castello si conservano stele funerarie e  molti altri reperti nella loro lingua. I documenti consultati hanno fatto emergere ricette di cibi, toponimi, tracce urbanistiche (il ghetto della Giudecca ad Altamura) e  la loro conversione al cristianesimo. I  convertiti erano indicati come  cristiani novelli e descritti come bravi cittadini, integrati perfettamente nel tessuto sociale,  pur sempre con nomi ebraici.
I documenti parlano dell’alimentazione nella cultura ebraica, regola estremamente severa. Una storia che fa meditare sul diverso che oggi è ancora più attuale di prima, col fenomeno dei migranti provenienti dal nord Africa e dall’estremo oriente. Tracce di queste regole indicano di non cuocere il capretto nel latte della madre;  di non mangiare carne di maiale e  rettili.
Indicazioni sui dolci sono riportate in atti notarili e statuti. I vescovi bizantini della Campania, Basilicata e Puglia erano poco tolleranti verso gli ebrei a causa del loro progressivo insediamento nei territori, dove purtroppo  si verificavano scontri ideologici e religiosi. Sono stati segnalati anche casi di miracoli, come quello di una donna  ebrea miracolata dai Santi Medici;  fu inevitabile la sua conversione alla religione cristiana.
Si è parlato delle “Condotte”, ovvero dei contratti per chi esercitava il commercio, tra cui il prestito di danaro, la cui attività era proibita dai cristiani.
Nelle “Condotte” erano indicate anche le modalità per esercitare le libere professioni e le autorizzazioni necessarie per  l’espletamento delle attività come la conduzione dei forni, la preparazione delle azzime (ovvero del pane senza lievito).
Documenti insomma che si rifanno al “Talmud”, ovvero all’insegnamento  dell’etica ebraica, della storia e della filosofia, che a sua volta si distingue in Talmud babilonese e Talmud di Gerusalemme o palestinese.
Il dibattito è stato moderato dalla dott.ssa Damiana Santoro. Nell’occasione è stato distribuito il volume  “Il nero seme sul bianco campo” con i contributi degli studiosi Gianfranco Liberati, Giuseppe Dibenedetto, Marisa D’Agostino e Fedele Raguso.

Cover:
Tavolo dei relatori, da sinistra:
dott.ssa Damiana Santoro,
dott.ssa Angela Muscedra
dott.ssa Maria C. Nardella
dott.ssa Micaela Procaccia

Giovanni Mercadante
Corrispondente da Altamura
Newsfood.com

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